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Incidenti industriali: cause e costi




È evidente che per estinguere un fenomeno negativo, è necessario comprenderne la natura. E questo vale anche per i tanti infortuni e malattie professionali a cui sono esposti i lavoratori e le lavoratrici nel mondo del lavoro. Solo conoscendo e affrontando le vere cause degli infortuni di lavoro, si possono poi adottare azioni e misure efficaci per prevenirli.

Un incidente industriale è caratterizzato da una componente tecnologica di base, ovvero gli effetti, talvolta devastanti, sono il risultato di uno o più eventi tecnici che danno luogo all’effetto visibile (incendio, rilascio di gas nocivi, esplosione etc.). Ed esistono diverse banche dati che raccolgono gli accadimenti degli ultimi decenni. Infatti l'importanza di una banca dati integrata sugli incidenti industriali, in special modo nel settore chimico, è da tempo riconosciuta in tutto il mondo. Questi database possono essere utili per la definizione di politiche e il processo decisionale da parte dei normatori nazionali e internazionali, società finanziarie e assicurative, le industrie e la popolazione. Esse sono anche utili alla condivisione delle conoscenze al fine di fare fronte alle emergenze generate dagli incidenti.

Storicamente, il settore petrolifero ed energetico in generale, pagano il prezzo più alto in termini di vite umane, di danni agli impianti ed all’ambiente a seguito di incidenti.

L’Health and Safety Executive (HSE) (1993) ha effettuato uno studio sui costi degli incidenti analizzando un ampio campione di industrie compresi cantieri di costruzione, caseifici, compagnie di trasporto, piattaforme per la ricerca e la produzione di petrolio nel Mare del Nord ed ospedali del National Health Service.

Per ogni $1 di spese assicurate per infortunio, salute e danni alla proprietà sono stati spesi da $13 a 58 non assicurati. Lo studio indica che le spese vere per gli incidenti sono molto più alte di quanto la maggior parte dei manager immaginano. Controllando questi incidenti e mancati incidenti che provocano perdite costose come infortuni, danni, perdite di processo, ecc., o che hanno il potenziale di farlo, un'organizzazione può migliorare i propri margini operativi.

Il messaggio è piuttosto chiaro: gli incidenti sono molto costosi in termini di sofferenza umana, pena ed angoscia, ecc., ma anche in termini economici.

I costi totali in termini di danni alla proprietà e di vite umane sono stati rispettivamente di 41 Miliardi di dollari e 181.156 decessi. Questi incidenti hanno tre caratteristiche in comune: la natura delle fatalità, la significatività dei danni e la frequenza con cui sono accaduti.

Un solo evento ha procurato la morte di 171.000 persone di cui 26.000 decedute subito e 145.000 nei mesi a seguire a causa delle ferite riportate, le malattie e le carestie. In 24 ore cadde l’equivalente di un anno di pioggia nei pressi delle di Shimantan e di Banqiao. L’evento atmosferico anomalo ha procurato il cedimento di 60 Dighe riversando a valle 1670 Milioni di tonnellate d’acqua in 5 ore. Un’onda larga 10 Km e alta tra i 3 e i 7 metri che ha spazzato via un’area larga 15 Km e lunga 55. Gli atri decessi sono comunque distribuiti in un numero abbastanza limitato di eventi, Chernobyl (4067 morti) è uno di quelli (dati sotto stimati), un altro riguarda l’oleodotto denominato “Piper Alpha” in Nigeria (1078 morti). Vi sono poi altri eventi che fanno capo al settore energetico, quali quello nucleare denominato “Three Mile Island”, il caso della Exxon Valdez, il disastro BP di Texas City, tutti citati nel lavoro di Sovacool”. Eventi di cui l’autore tornerà a parlare più avanti nel documento perché “le cause organizzative di questi, come altri altrettanto eclatanti, sono predominanti e meritevoli di estrema attenzione”.

Gli incidenti nucleari pesano sul totale dei costi il 41% dei danni materiali. Di contro l’industria del carbone del petrolio e del carbone coprono la quasi totalità degli eventi ma pagano un prezzo minore in termini di decessi e di costi per singolo evento.

I dati esposti dimostrano dunque che gli incidenti che riguardano il settore energetico hanno un costo complessivo per la Società di gran rilievo. Naturalmente ci si è limitati a fare ‘soltanto’ il calcolo di costi crudi e nulla si può dire circa la comparabilità dei rischi industriali con i rischi cosiddetti ‘normali’, quelli relativi alla normale attività lavorativa e quelli relativi al tempo libero in generale. I rischi occupazionali sono noti, ovvero gli effetti di questi sono massivamente prevedibili, come lo sono in buona parte quelli che riguardano il sociale più in generale (es. guida in stato di ubriachezza, le malattie cardiovascolari etc.). Alcolisti, carpentieri, soldati, giocano parte attiva nel loro comportamento rischioso. Tutti invece potremmo essere costretti a subire i rischi di una fusione nucleare, un’esplosione di una nube di vapore gassosa e/o di un inquinamento da idrocarburi nelle acque. Gli effetti globali degli incidenti rilevanti si possono al più stimare e quelli associati agli eventi atmosferici eccezionali li possiamo forse solo immaginare sulla scorta delle esperienze passate.

 
 
 

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