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Inail: la prevenzione delle malattie trasmesse dalle zecche



Diversi fattori come i mutamenti climatici, la trasformazione degli ecosistemi e la maggiore suscettibilità alle infezioni da parte dell’uomo, hanno favorito negli ultimi anni una maggiore e diversificata diffusione delle zecche su tutto il territorio nazionale con una conseguente circolazione, non sempre controllabile, dei patogeni da esse trasmessi. E tra le varie infezioni occupazionali le zoonosi (malattie trasmesse dagli animali all’uomo) veicolate da zecche, rappresentano un rischio emergente tra i lavoratori. Le categorie professionali potenzialmente esposte ai morsi di zecca sono i boscaioli, gli agricoltori, i cacciatori, i forestali, i guardiacaccia, gli operatori delle telecomunicazioni e delle compagnie elettriche che posano tralicci in aree a rischio e tutti quelli che svolgono attività lavorativa o sportiva all’aria aperta.

Di fronte a questo rischio una idonea diagnosi e gestione delle zoonosi richiedono, oltre a un livello elevato di competenza, anche una sinergica collaborazione tra servizi medici e veterinari, in modo da facilitare un adeguato e proficuo scambio di informazioni.

Si indica che per la prevenzione delle infezioni vettore trasmesse dalle zecche occorre predisporre programmi d’intervento finalizzati all’igiene personale, all’igiene ambientale e all’igiene degli animali domestici.

Riportiamo alcune indicazioni generali di prevenzione comportamentale, prevenzione meccanica e prevenzione chimica.

Prevenzione comportamentale: Percorrere sentieri ben battuti ed evitare luoghi visibilmente frequentati da animali o percorsi che costituiscono passaggi obbligati per branchi di animali selvatici, perché diventa maggiore il rischio di trovare zecche; Non indossare abiti legati alla vita che possono avere l’effetto coperta strisciata; Preferire sentieri con vegetazione bassa; Non lasciare zaini o altri accessori sul suolo; Procedere, in caso di lavoro o sosta in aree conosciute come infestate, a periodiche ispezioni degli indumenti e delle parti scoperte (ogni 3 - 4 ore) per verificare l’eventuale presenza di zecche; Al rientro da escursioni, soprattutto in boschi di montagna, effettuare un’accurata ispezione del corpo per controllare l’eventuale presenza di zecche sulla cute ed effettuare lavaggi accurati (se una zecca è riuscita a oltrepassare la coltre dei vestiti, ma non si è infissa nell’epidermide umana, è sufficiente un accurato lavaggio corporeo per allontanarla); Effettuare un’ispezione meticolosa del corpo soprattutto in corrispondenza dei punti con reticolo venoso superficiale più rappresentato (ascelle, inguine, cuoio capelluto, ecc.).

Prevenzione meccanica: Indossare scarpe chiuse e pantaloni lunghi; Indossare ghette o calzare stivali in gomma; Utilizzare la tecnica taping up quando si calzano gli stivali. Questa tecnica consiste nel chiudere con più giri di nastro adesivo la parte apicale dello stivale con il pantalone; sarebbe ideale che gli ultimi due giri di nastro presentassero verso l’esterno la parte adesiva in modo da interrompere l’ascesa di eventuali zecche.

Prevenzione chimica: Impregnare di repellente calzettoni, ghette da montagna e pantaloni, prima di mettersi in cammino nei boschi. L’impregnazione completa di abiti è consigliata in particolare a guardie e operai forestali o a chi svolge altre attività lavorative in zone ad alto rischio di infestazione. L’impregnazione impedisce alle zecche di fissare l’apparato buccale nella cute; infatti le zecche, data la lunga permanenza sui tessuti trattati, muoiono oppure abbandonano appena possibile l’ospite; Irrorare sempre le scarpe, gli stivali (in particolare se non sono di gomma) e/o le ghette; Su tutte le parti scoperte del corpo cospargere un repellente idoneo e specifico per la cute (in particolare arti inferiori).

In caso di escursioni o permanenza in zone a rischio sono consigliate alcune misure di prevenzione attraverso l’utilizzo di mezzi di controllo chimico. Gli insetto-repellenti cutanei dimostratisi più efficaci nei confronti delle zecche sono: la dietiltoluamide (DEET), l’icaridina (picaridina o KBR 3023) e la permetrina.

La DEET è il più efficace topico repellente disponibile e con il più ampio spettro d’azione (zanzare, zecche, mosche). È distribuito in confezioni contenenti concentrazioni variabili tra il 7 e il 20%. Tali concentrazioni sono efficaci per circa 4 ore. Mentre i repellenti in commercio a base di picaridina/icaridina hanno una concentrazione di prodotto tra il 10 e il 20% e un’efficacia di circa 4 ore o più. In caso di uso non corretto, la picaridina/icaridina (KBR 3023) ha un minore potere irritante per la pelle rispetto alla DEET. Infine, la permetrina è un pesticida piuttosto che un repellente ed è utilizzato per impregnare i vestiti. La permetrina è una piretrina sintetica con attività insetticida e repellente per gli insetti. Il suo impiego sulla pelle è registrato soltanto per il trattamento della scabbia, mentre non lo è il suo uso come repellente.


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